Queste le parole del presidente di Lega Pro Francesco Ghirelli dedicate alla Torres, alla sua dirigenza, al suo essere squadra, società e città e comunità.
“Cari Stefano ed Alessandro, grazie per queste due giornate che abbiamo trascorso insieme. Torres-Olbia 1-1, una partita di una intensità incredibile. Un pubblico stupendo, appassionato ed innamorato ha gioito, tremato, esultato. Un susseguirsi di emozioni, fino all’ultimo secondo dei cinque minuti di recupero. Grazie ad un pubblico unico, noi della C siamo più forti. Avete lottato, lealmente, per vincere il derby, avete onorato lo sport e il calcio, avete dato una grande immagine della Sardegna, tutti i vostri concittadini ne ottengono qualcosa. Noi della Serie C ne ricaviamo il messaggio che il campionato lo dovremmo riformare, mettendo al centro l’emozione, i derby e così il pubblico tornerebbe negli stadi, anche le ragazze e i ragazzi. Noi non siamo i “sensali” della politica sportiva, usi a capire se una cosa ci sia o meno utile per far carriera, adusi a interpretare invece che decidere il meglio, anche a costo di dover combattere stolte resistenze al cambiamento.
Grazie Stefano ed Alessandro, con il beato Carlo Acutis, quello dello zainetto vogliamo dare una guida di valori ai ragazzi, con la lotta al cibo sintetico difendiamo le eccellenze alimentari del Paese.
La Sardegna ,attraverso Sassari ed Olbia, ha detto all’Italia che l’isola è un concentrato di emozioni. L’emozione è vita, futuro e speranza. Un grande abbraccio, Francesco”.
In risposta a quanto sopra riportato, a nome e per conto della società, si è espresso il presidente della Torres Sassari Stefano Udassi:
“Caro Francesco, momenti, giornate, eventi e iniziative come quelle che abbiamo avuto non certo l’onere ma l’onore di vivere e condividere con te, il tuo staff, i tanti protagonisti sulla scena e l’intero pubblico di Lega Pro a livello locale e nazionale, non si scordano con il sonno che dalla domenica del calcio apre la porta al lunedì. Sono segni concreti e tangibili destinati a restare, immagini stampate nella memoria, esperienze regalate ai più giovani, consapevolezze donate a tutti noi che strada ne abbiamo fatta e altra ancora ne abbiamo da fare.
A me, alla Torres, domenica è mancata la gioia di un successo sfiorato e voluto: il calcio è come la vita però, ti prende e ti prende tanto, ma è anche capace di dare. E mentre sul campo una rete al 95′ negava tra punti alla nostra classifica strozzando l’urlo in gola al nostro stadio, proprio il nostro stadio ha dato forma ad uno spettacolo che non può non fare innamorare di questo fantastico sport che è il gioco del pallone. Sassari ha riabbracciato la sua Torres: era il primo e primario obiettivo, lo abbiamo raggiunto.
Ora la terza serie italiana: tosta per la matricola che però ha memoria storica che riporta a tempi lontani che tutti ci auguriamo possano tornare. Tempi felici, per noi che timoniamo sull’onda del crescente entusiasmo. Entusiasmo che parte dai più giovani, gli stessi che nella giornata dedicata, hanno giocato, imparato a dire no al cibo sintetico, scoperto la storia di un ragazzo come loro morto troppo giovane e amante del pallone. Non facciamo scuola, ma siamo lieti di provare a migliorare l’esistente contribuendo a veicolare e fare nostri messaggi di valore promuovendo valori che ci appartengono.
Grazie”.